Giuramento della Pallacorda

Giuramento della Pallacorda

mercoledì 20 aprile 2011

Io muoio Libero e per la Repubblica - Vincenzo Russo 1799


Di Antonella Orefice

Altro famoso e celebrato protagonista forense del 1799 alla stregua di Mario Pagano fu Vincenzio Russo, nato a Palma Campania, in provincia di Terra di Lavoro, il 16 giugno 1770. Oltre ad essere avvocato il Russo fu anche medico. Arrestato a Napoli nel 1794 in seguito alla prima congiura operata dai patrioti, andò esule a Milano prima, in Svizzera poi, dal 1796 al 1798.

Ritornò in Italia, a Roma, dove era stata proclamata la Repubblica e fu protagonista della vita culturale della capitale, animando l'attività dei circoli democratici con ardenti conferenze e scrivendo sui nuovi giornali.

Spinse con Lauberg il comandante in capo delle truppe repubblicane francesi a Roma, Championnet, a rivoluzionare anche il Regno di Napoli. Fu protagonista poi dell'esperienza repubblicana napoletana, in qualità di commissario dipartimentale e membro della commissione legislativa, dove si fece notare per il suo costume austero. Coinvolto nel tragico epilogo della Repubblica napoletana, fu giustiziato a Napoli il 3 agosto 1799 e fu sepolto nella chiesa di San Matteo al Lavinaio.

Fu autore di 'Pensieri politici', scritto e pubblicato a Roma nel 1798 che costituiscono l'unica opera scritta dall'autore e si configurano anche come una specie di autobiografia spirituale e morale. Erano apparsi in parte già sul 'Monitore di Roma e in essi si avverte profonda l'impronta di Rousseau, col suo pessimismo storico, con la sua denuncia dei mali dell'umanità, con l'appassionata ricerca di una strada di liberazione, che avesse nell'uomo rinnovato e nella società tradizionale rivoluzionata le chiavi di volta per sciogliere i problemi dell'ingiustizia e della servitù.

Un altro esponente della cultura europea che influenzò Russo fu il filosofo tedesco Leibniz, con la sua teoria delle monadi, che diventa un riferimento essenziale per la teoria dell'individua¬lità.

L'individualità è la qualità fondamentale ed essenziale di tutto ciò che esiste, essa pertanto va riconosciuta, salvaguardata, promossa. L'uomo, nella sua individualità, è il sommo valore ed ha in sé innati, potenzialmente, tutti i principi e tutte le leggi che valgono per la sua crescita morale, intellettuale, civile. Nel rispetto di queste leggi profonde, intime al suo essere, si collocano la vera libertà, la vera moralità e la vera socialità. Non vi sono libertà, moralità, socialità senza legge e senza l'ossequio intimo alla legge. Dal senso di dignità e di grandezza dell'uomo morale, Russo fa discendere la sua convinzione democratica, dell'eguaglianza politica, della sovranità popolare, la critica alla proprietà feudale e monopolistica.

Nessun commento:

Posta un commento